Gigantesche e coloratissime, il loro compito è guidarvi fra le meraviglie del mondo…
Di Alessandra Ivaldi / 15.05.2023
Stiamo parlando delle impressionanti panchine del Big Bench Community Project. Si tratta di colossali panche, contrassegnate ciascuna da un suo preciso colore, sparse un po’ in tutto il mondo ma soprattutto in Europa… e in particolare in Italia, dove sono “nate”. Per comprenderne importanza, partiamo dalla loro storia…
Tutto ebbe inizio quando il designer americano Chris Bangle, attivo nel settore automobilistico, decise di trasferirsi in Italia insieme alla famiglia. Stabilì la sua residenza nel paese di Clavesana, nelle Langhe, una zona del basso Piemonte che nel 2014 venne inclusa dall’UNESCO nella lista dei beni del Patrimonio dell’Umanità per via dei suoi meravigliosi paesaggi.
Dalla sua nuova dimora Bangle poteva godere di una vista meravigliosa sul paesaggio che lo circondava. Perché tenersi un tale spettacolo tutto per sé, quando avrebbe potuto trovare un modo per condividerlo? Da qui l’idea per la prima Big Bench, che Bangle eresse sul proprio terreno nel 2010: una gigantesca panca affacciata sul panorama delle Langhe e accessibile ai visitatori, gratuitamente.
Foto: Filipoo Pinsoglio, Pixabay
I primi a godere della creazione di Bangle furono amici e conoscenti, ma ben presto la voce della leggendaria panca si diffuse e in breve la Big Bench di Clavesana divenne una vera e propria attrazione. Le sue enormi dimensioni fanno sì che chi siede sopra di essa abbia la sensazione di tornare un bambino, che si meraviglia e sgrana gli occhi di fronte alla bellezza del mondo.
L’idea di Bangle si è rapidamente diffusa e negli ultimi anni molte panche sono state costruite in altre zone del Piemonte. Bangle fornisce gratuitamente disegni e istruzioni per costruire questi enormi oggetti, ponendo tuttavia una condizione, il cui rispetto è per lui fondamentale: la Big Bench va collocata in un punto panoramico e su un terreno accessibile gratuitamente al pubblico. Inoltre, per la sua costruzione e manutenzione si ricorre sempre a sponsor privati, senza pesare sui fondi pubblici, e naturalmente si presta moltissima attenzione affinché il paesaggio non risulti in alcun modo deturpato dalla costruzione di queste strutture.
Dal Piemonte il progetto si è diffuso a macchia d’olio, “contagiando” dapprima altre regioni d’Italia e poi anche altri paesi del mondo.
Il progetto, al momento gestito dall’associazione The Big Bench Community Project, serve a promuovere in maniera sostenibile paesaggi e territori meravigliosi, ma non sempre conosciuti dai visitatori, perché “messi in ombra” da città d’arte e località più famose. Sul sito ufficiale https://bigbenchcommunityproject.org/ potrete trovare una mappa interattiva con cui rintracciare le panche giganti sparse per il mondo. Arrivare a una di esse richiede molta curiosità e, qualche volta, anche una certa dose di buona volontà e prestanza fisica, dato che alcune panche sono collocate su terreni molto panoramici e raggiungibili soltanto attraverso tortuosi sentieri immersi nel verde. Ma non fatevi scoraggiare dal percorso: ne varrà di certo la pena!
Inoltre, durante la ricerca della Big Bench è facile “incappare” in attrazioni turistiche poco conosciute ma sicuramente meritevoli di una visita: parchi naturali meravigliosi, grotte accessibili ai visitatori, resti di castelli, interessanti musei di storia locale…
Per rendere ancora più divertente l’esperienza della Big Bench, è anche possibile acquistare l’apposito passaporto del Big Bench Community Project e collezionare i timbri delle panche. Ogni Big Bench infatti è legata a un suo timbro, che riporta il logo del progetto e il nome della località in cui la panca è situata. Sul passaporto vi è poi anche lo spazio per annotare il colore della Big Bench, la data della “scoperta” e considerazioni personali.
Ma dove posso trovare il passaporto e i timbri? Ogni Big Bench è ben segnalata da appositi cartelli colorati e, in più, sul sito del progetto si può trovare un file contenente tutte le indicazioni utili a trovare i timbri. A occuparsi dei passaporti, infatti, sono sempre attività o associazioni locali, collocate in vicinanza della panca. Un piccolo consiglio: se volete avere il vostro timbro, controllate sempre prima se l’attività che se ne occupa è aperta il giorno in cui voi avete progettato la vostra gita!
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