Chiunque progetti un viaggio in Italia nei mesi invernali non può ignorare che in questo periodo diverse città italiane festeggiano il Carnevale con spettacolari eventi, dove tutto può accadere.
Di Alessandra Ivaldi / 5.03.2020
Concentriamoci su uno dei carnevali più assurdi della penisola italiana. Forse non è fra i più conosciuti dai turisti che vengono dall’estero, tuttavia rappresenta il più antico Carnevale d’Italia: stiamo parlando dello storico Carnevale di Ivrea.
Photographer: Edoardo Forneris // Flickr
Spiegare in cosa consista questa manifestazione non è affatto semplice. Si tratta di una festa molto sentita dagli abitanti di Ivrea, che può vantare origini antichissime. Oggi tale ricorrenza è composta da un lungo e complesso rituale che prevede l’organizzazione di diversi eventi. I due principali momenti della festa sono la sfilata dei figuranti con i costumi storici e la leggendaria battaglia delle arance.
Iniziamo con la sfilata, durante la quale cittadini e visitatori possono ammirare un colorato corteo che sfila per le vie della città, guidato da suonatori di pifferi e tamburi e fra le cui file spiccano i personaggi che rappresentano gli episodi più importanti della storia di Ivrea.
Le origini di questa festa risalgono intorno al XVI secolo, periodo in cui i diversi rioni della città organizzavano, in rivalità gli uni con gli altri, la propria manifestazione in occasione della festa del Carnevale. In questo modo la città assisteva non a uno, ma a diversi “Carnevali”. A quest’epoca i protagonisti della festa erano gli Abbà, un gruppo di allegri giovani che avevano il compito di rappresentare i diversi rioni. Oggi il rituale del Carnevale di Ivrea prevede che vengano presentati due Abbà per ciascuno dei cinque rioni… ed essi sono in realtà bambini travestiti con abiti di foggia medievale e armati di una piccola sciabola.
Per motivi di ordine pubblico, le autorità napoleoniche, che governavano su Ivrea all’inizio del 1800, imposero alla città l’unificazione di queste diverse feste. Proprio da qui nacque un’altra figura fondamentale per la celebrazione dell’odierno Carnevale di Ivrea: il Generale, simbolo dell’autorità municipale, che durante il corteo storico indossa l’uniforme dell’esercito napoleonico.
Nella seconda metà del 1800, con la diffusione degli ideali risorgimentali, si affermò la presenza di un nuovo personaggio all’interno del cerimoniale carnevalesco di Ivrea. Una figura che rappresenta oggi la protagonista dell’intera manifestazione: la “vezzosa Mugnaia”.
Tale personaggio si ispira alla leggenda di Violetta: figlia di un mugnaio della città, si sposò con un certo Toniotto, ma venne rapita dagli sgherri del perfido tiranno che regnava su Ivrea, il quale la imprigionò nel suo maniero, il cosiddetto “Castellazzo”. Tuttavia, l’astuta Violetta riuscì a far ubriacare il tiranno e a ucciderlo nel sonno, dando inizio alla sollevazione del popolo contro la prepotente nobiltà locale e all’abbattimento dello stesso Castellazzo. Non è chiaro quale sia la realtà che si cela dietro a questa leggenda, a cui gli abitanti di Ivrea sono comunque molto affezionati.
Photographer: Edoardo Forneris // Flickr
Oggi la figura di Violetta, cioè della vezzosa Mugnaia, viene interpretata ogni anno da una donna diversa, che deve soddisfare i seguenti requisiti: essere cittadina di Ivrea ed essere sposata. Inoltre, durante la sfilata deve essere vestita di bianco, simbolo di purezza e fedeltà al proprio marito. Il suo abito viene infine adornato con simboli verdi e rossi che ricordano il tricolore italiano.
Abbiamo quindi conosciuto i principali personaggi del corteo storico, che si svolge ogni giorno durante il Carnevale e al quale partecipano anche bande musicali provenienti da altre regioni italiane o dall’estero.
Il momento più spettacolare è rappresentato però dalla battaglia delle arance, che attrae ogni anno migliaia di visitatori (che accettano il rischio di essere colpiti da qualche arancia, pur di assistere all’evento). Di che si tratta?
La battaglia ha luogo la domenica, il lunedì e il martedì grasso di Carnevale e coinvolge le principali piazze della città. Da un lato vi sono le armate del tiranno, rappresentate da gruppi di aranceri (cioè lanciatori di arance) che si muovono a bordo di carri trainati da cavalli, dall’altro vi è il popolo in rivolta, cioè gli aranceri a piedi.
Gli aranceri sul carro sono protetti da costumi con vistose imbottiture e inquietanti maschere di cuoio con grate di ferro per riparare il volto. Possono lanciare con entrambe le braccia, in modo tale da aumentare la “potenza di fuoco”.
Le bande a piedi, formate da centinaia di aranceri, uomini e donne, vanno invece all’assalto del carro con indosso colorati costumi, campanelli alle caviglie e casacche legate in vita e semiaperte sul davanti, in modo da poter contenere un’abbondante provvista di arance. Non possono però disporre di alcuna protezione. Ogni banda ha un proprio nome, i propri simboli e i propri colori. Non vi è rivalità soltanto fra il popolo e le guardie del tiranno, ma anche fra le diverse bande di aranceri a piedi! Una speciale giuria ha il compito di osservare l’andamento della battaglia e di assegnare, al termine dei tre giorni di combattimento, un premio alle bande che si sono maggiormente distinte per ardore, lealtà e tecnica di assalto.
Photographer: Edoardo Forneris // Flickr
In omaggio agli ideali di libertà portati in Piemonte dalla Rivoluzione francese, vige nei giorni del Carnevale l’obbligo per tutti i cittadini e i visitatori di indossare il berretto frigio, uno dei simboli della rivoluzione. Chiunque trasgredisca a tale regola va incontro al pericolo di essere preso di mira dagli aranceri!
Da sempre la battaglia delle arance di Ivrea ha dato luogo a polemiche per i supposti sprechi di arance o per il “bollettino dei feriti” con cui ogni anno si conclude la celebrazione di questa folle festa. Bisogna, tuttavia, precisare che le arance lanciate durante i combattimenti e che, alla fine di ogni battaglia, ricoprono completamente le strade della città rappresentano prodotti di scarto che finirebbero comunque al macero.
Questo è solo un assaggio del complesso rituale del Carnevale di Ivrea. Se volete scoprire di più su questa festa decisamente fuori dall’ordinario, mettete da parte ogni timore e avventuratevi per le vie di Ivrea… ma non dimenticate di procurarvi un berretto frigio!
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