Musicisti in Svizzera… di nuovo!
- Ale_Iva
- May 14
- 4 min read
Quanto sapete della tradizione musicale svizzera? Al di là dello jodel, c’è molto di più!
Di Alessandra Ivaldi / 14.05.2025
Ieri sera la prima semifinale dell’Eurovision Song Context 2025, che quest’anno si svolge a Basilea, in Svizzera, è stata aperta da un’acrobatica coreografia e da una musica che voleva mescolare in sé modernità e tradizione svizzera. E ovviamente, in quel preciso momento, il mio pensiero è tornato alla “mia” Svizzera e al periodo in cui ho vissuto in quel paese. All’epoca avevo avuto modo di conoscere la suggestiva tradizione musicale locale e, come mio solito, non avevo resistito alla tentazione di scrivere un articolo sull’argomento. Articolo che ho intenzione di riproporre oggi, anche se leggermente “rimaneggiato”. Buona lettura!
Lo jodel. Quando pensiamo alla musica svizzera, probabilmente la prima cosa che ci viene in mente è lo jodel, un particolare canto, tipico della zona alpina germanofona. Si tratta di una tecnica storicamente legata alla dura vita dei pastori che abitavano queste montagne. Pare infatti che tale modo di cantare si sia originariamente sviluppato come metodo per richiamare il bestiame o l’attenzione degli altri allevatori in caso di bisogno. Infatti, “potenziata” dalla tecnica dello jodel, la voce del cantante riesce a coprire anche lunghe distanze fra una valle e l’altra. Oggi lo jodel è divenuto un elemento irrinunciabile per la cultura svizzera e può essere eseguito da un solista oppure da un coro durante suggestive esibizioni.

Il corno delle Alpi. Il canto comunque viene quasi sempre accompagnato dagli strumenti musicali, di cui la tradizione svizzera è piena! Partiamo dal più conosciuto, il corno delle Alpi o corno alpino. Si tratta di un lungo tubo conico, solitamente in legno di larice o di abete. Non presenta alcun foro e la sua tonalità dipende dalla lunghezza dello strumento stesso, che può variare da 2 a poco più di 4 metri. Così come lo jodel, anche il suono di questo corno può essere udito a chilometri di distanza ed era originariamente impiegato per la comunicazione fra i pastori che si trovavano in valli diverse.
Tuttavia, il corno alpino non è l’unico elemento all’interno di questa famiglia di strumenti. Un suo cugino un po’ meno noto è il Büchel, tipico della Svizzera centrale. È anch’esso fabbricato in legno, ma risulta più corto del corno alpino. La differenza più evidente però sta nella sua struttura: il tubo non è dritto come quello del corno delle Alpi, bensì è ripiegato due volte su se stesso. Anche il suono risulta più chiaro e acuto. Entrambi questi strumenti sono comunque piuttosto difficili da suonare. Non disponendo di fori o tasti, la qualità del suono dipende dall’abilità del musicista di impostare le labbra nel modo più corretto sull’imboccatura del grosso strumento.

Diversi tipi di cetre. Le cetre rappresentano una famiglia di strumenti cordofoni caratterizzati solo dalla presenza di un supporto per le corde, accompagnato eventualmente da una cassa di risonanza. Ne esistono di innumerevoli tipi. Nella zona del bernese, in Svizzera, si è diffusa la Hexenscheit, che significa “tavola della strega”. Si tratta di un tipo di cetra molto antico, di forma trapezoidale e suonato solitamente tenendolo appoggiato sulle ginocchia del musicista o su un tavolo.
La tradizione musicale svizzera offre comunque molti altri tipi di cetra, alcuni dei quali sono particolarmente apprezzati non soltanto per il loro suono, ma anche per i meravigliosi decori che li abbelliscono. Forma e dimensioni cambiano molto a seconda del tipo di cetra. Alcune di esse non si suonano appoggiate su un supporto, come la Hexenscheit, ma vengono impugnate come se fossero delle chitarre. È il caso della cetra del Toggenburgo, un distretto del Canton San Gallo, nel nord-est della Svizzera.
Un altro tipo di cetra è il cosiddetto Hackbrett, in italiano “salterio”. Le sue corde non vengono pizzicate con le dita, ma percosse con dei martelletti. Può essere anche suonato a quattro mani. In tal caso i due musicisti sono collocati l’uno di fronte all’altro durante la performance. L’Hackbrett ha una cassa di risonanza a forma di trapezio. Dei ponticelli dividono le corde in segmenti, permettendo così di produrre note differenti. Questo strumento è diffuso nell’Appenzello, nel nord-est della Svizzera, e nel Vallese, nel sud-ovest del paese, dove troviamo una versione più piccola dell’Hackbrett e con un ridotto numero di corde.

Percussioni. All’origine di alcuni degli strumenti musicali della tradizione svizzera troviamo anche oggetti della vita quotidiana, fantasiosamente trasformati. Il primo esempio è il cucchiaio di legno (a volte di metallo) che i musicisti svizzeri utilizzano come percussioni per accompagnare brani suonati con altri strumenti. I suonatori di cucchiai tengono il loro strumento per il manico e lo usano per percuotersi coscia e avambraccio al ritmo della musica. L’uso dei cucchiai di legno è antico, ma in tempi più recenti sono stati sostituiti da quelli di metallo. Oggi invece l’interesse per il folclore svizzero ha reso i cucchiai di legno, magari intagliati e finemente decorati, di nuovo di moda.
Un altro insolito strumento è il Talerschwingen, costituito da due semplicissime parti: una moneta da cinque franchi e una ciotola! Come si suona uno strumento del genere? Girando lentamente una ciotola di ceramica e facendo ruotare al suo interno la moneta, in modo tale da produrre un suono. Vengono usate ciotole di diametri diversi per cambiare l’altezza del suono.

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