Torino, capoluogo del Piemonte, nel Nord d’Italia. Città d’arte, con le meravigliose residenze sabaude, fatte costruire dalla famiglia reale dei Savoia, le grandi piazze, i musei. Città famosa per il marchio FIAT e per il calcio. Ma Torino ha anche un lato nascosto che non tutti conoscono, legato alla magia e alle antiche credenze pagane.
Di Alessandra Ivaldi / 23.6.2018
Il capoluogo del Piemonte è da sempre un luogo magico, dove tradizioni cristiane e pagane si mescolano armoniosamente le une alle altre. Da un lato, tutti sanno che nel Duomo della città è custodita la Sacra Sindone, che attira a Torino masse di fedeli desiderosi di vedere con i propri occhi la preziosa reliquia. Dall’altro, non molti sanno che Torino è anche nota per la pratica di arti occulte, essendo il vertice di due “triangoli magici”, uno bianco con Lione e Praga e uno nero con Londra e San Francisco.
Sono solo leggende, direte voi. Cosa c’entrano certe superstizioni con la vita concreta di una città moderna e dinamica? Ebbene, dovete sapere che per due giorni ogni anno Torino rivive la magia del passato e torna a festeggiare una curiosa ricorrenza, nata dalla fusione di rituali pagani e credenze cristiane.
Si tratta del 23 e del 24 giugno, quando i torinesi sono soliti festeggiare il santo patrono della città, San Giovanni. Già nel Medioevo era tradizione che la città si fermasse per due giorni interi in occasione dell’importante ricorrenza, che vanta origini ancora più antiche, di cui si possono trovare tracce non solo in Italia ma anche negli altri paesi europei.
“La notte di San Giovanni destina il mosto, i matrimoni, il grano e il granturco”: questo proverbio, di origine veneta, mostra come le credenze relative alla particolare notte fra il 23 e 24 giugno siano diffuse in tutto il territorio nazionale. Si riteneva infatti che durante questa particolare notte fosse possibile operare sortilegi per influenzare il raccolto dell’anno a venire (di qui i riferimenti al mosto, al grano e al granturco) e la sorte delle fanciulle in età da marito.
Riti di buon auspicio prevedevano l’accensione di falò nelle campagne così come nelle città, pratica perpetrata ancora oggi in diversi luoghi, non solo in Italia.
Per esempio, nei paesi scandinavi si tratta di una ricorrenza molto importante, durante la quale spettacolari falò squarciano il buio di questa magica notte, allontanando gli spiriti maligni e dando vita a suggestivi paesaggi. Anche gli inglesi hanno le loro credenze legate a questo particolare periodo dell’anno. Pensate forse che sia un caso che le magiche vicende descritte in Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare siano ambientate proprio nella notte di San Giovanni?
Ma rimaniamo in Italia, e più precisamente a Torino. I festeggiamenti, che si svolgono nel centro della città, comprendono diverse iniziative: spettacoli nelle piazze, giochi, concerti, divertenti attività per i più piccoli… Ma senza dubbio i momenti più importanti nel corso di queste due giornate di festa sono tre: il Farò, la sfilata in costume e lo spettacolo pirotecnico.
Nel tardo pomeriggio del 23 giugno le vie di Torino sono invase da una sfilata in costumi d’epoca che rievocano il grande passato storico della città, la quale è stata nel corso dei secoli antico insediamento romano, capitale del Regno di Sardegna sotto il dominio dei Savoia e prima capitale del Regno d’Italia dal 1861 al 1865.
La sfilata termina verso le dieci di sera in Piazza Castello, di fronte a Palazzo Madama, una delle meravigliose residenze che la famiglia dei Savoia fece costruire nella capitale del loro regno.
È proprio in questa piazza che ogni anno, una volta terminata la sfilata in costume, viene accesso lo spettacolare Farò, che in piemontese significa appunto “falò”. La sua luce illuminerà Piazza Castello per tutta la notte.
Al centro del falò viene issata la sagoma di legno di un grosso toro, emblema di Torino. Le fiamme lo consumano e a un certo punto della notte è inevitabile che il toro cada a terra. A seconda della direzione in cui esso cade, ancora oggi viene stabilito se l’anno futuro sarà buono o meno per la città. Infatti, cadendo in una particolare direzione, il toro potrebbe ritrovarsi sotto l’influenza della magia nera. Cadendo nell’altra, porterà invece la protezione della magia bianca su Torino e sui suoi abitanti.
La festa di San Giovanni si chiude tradizionalmente con il maestoso spettacolo pirotecnico che esplode nel cielo di Torino e si rispecchia nelle acque del Po, il fiume che attraversa la città, la notte del 24 giugno.
Quest’anno il Comune di Torino ha proposto un’originale alternativa ai tradizionali fuochi d’artificio. A illuminare di stupendi colori le acque del Po sarà infatti un esercito di oltre 200 droni luminosi. Il mondo va avanti, ma la tecnologia non può pensare di mettere da parte le antiche tradizioni e dovrà anzi mescolarsi con esse, così come in passato il Cristianesimo aveva dovuto mescolarsi all’antica magia pagana.
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