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Le storie del Vicolo d’Oro

  • Ale_Iva
  • Apr 28
  • 6 min read

Pražský hrad è il nome in lingua ceca del castello di Praga, un luogo ricchissimo di mistero e bellezza, del quale oggi vi svelerò alcuni segreti.


Di Alessandra Ivaldi / 28.04.2025


La meravigliosa capitale della Repubblica Ceca è sovrastata dalla sagoma del suo castello, una struttura imponente, che attira immediatamente l’attenzione dei visitatori e che in passato aveva colpito il famoso scrittore Franz Kafka, fornendogli probabilmente una fonte di ispirazione per la scrittura del suo romanzo Il castello.

Il castello illuminato
Il castello illuminato. Foto di pierre9x6.

A parte la collocazione sopraelevata, Pražský hrad presenta ben pochi dei caratteri che nell’immaginario popolare vengono associati a un antico castello. Non si tratta di una fortezza arroccata, bensì di un vasto borgo circondato da bastioni, che si estende su una superficie di quasi 70.000 metri quadrati. Oggi costituisce un quartiere autonomo all’interno della città, comprendente edifici di governo, ben cinque luoghi di culto (il più importante dei quali è la famosa cattedrale di San Vito), una serie impressionante di giardini, pinacoteche e collezioni d’arte, negozi di souvenir, ristoranti, caffetterie, uffici postali e cambiavalute. Un vero e proprio labirinto, insomma. È considerato il castello antico più grande al mondo, nonché una delle attrazioni turistiche più famose della Repubblica Ceca. È stato sede dei sovrani di Boemia fin dal 1140, diventando poi proprietà della Repubblica ceca e residenza ufficiale del suo presidente a partire dal 1918.


L’accesso “completo” alle numerose aree del castello è riservato soltanto a chi è provvisto di biglietti, acquistabili online o nella biglietteria locale. Questa soluzione è la più consigliata per chi visitasse Praga per la prima volta, poiché vi consentirà di accedere agli interni, comprese le splendide chiese e i giardini, e godervi la bellezza dell’architettura, gli affreschi, le mostre d’arte e i preziosi reperti storici custoditi nel castello. Tuttavia, chi già conosce questo luogo potrebbe trovare utile la seguente informazione: diverse aree del castello sono visitabili gratuitamente in determinate fasce orarie. Il famoso Vicolo d’Oro è proprio una di queste. Si tratta di una pittoresca stradina collocata all’interno del complesso del castello, un luogo affascinante dove la realtà sembra prendersi gioco della fantasia e storia e leggenda si fondono.


Chiunque abbia avuto modo di ammirare cartoline di Praga, avrà presente l’aspetto incantato di questo vicolo, caratterizzato da una schiera di piccole e coloratissime casette, che sembrano saltate fuori da un libro di favole per bambini. In realtà il Vicolo d’Oro non ha sempre avuto questo aspetto: situato nella parte più orientale del castello, sul lato opposto rispetto all’entrata principale in piazza Hradčany, era costituito in origine da due allineamenti di case, una di fronte all’altra, che servivano da abitazione per le guardie dell’imperatore. Fu costruito con questo preciso scopo nel XVI secolo per volere di Rodolfo II. Successivamente le case del Vicolo d’Oro vennero abitate anche dai suoi servitori e dai suoi orafi, da qui l’attuale nome di questa stradina. Secondo alcune leggende, fra di essi vi erano anche alchimisti, che avrebbero servito il sovrano con le loro misteriose conoscenze.


Molto tempo dopo, nel XIX secolo, il Vicolo d’Oro attirò l’attenzione di intellettuali e artistici, che si trasferirono qui e contribuirono a incrementare il fascino di questo luogo. La Seconda Guerra Mondiale, tuttavia, stravolse la vita di Praga e dei suoi abitanti e, alla fine del conflitto, il vicolo subì una grande trasformazione. Le case furono ridipinte e restaurate. Sette di esse sono state riconvertite in negozi di souvenir, mentre altre nove ospitano attualmente piccoli musei.

Il Vicolo d'Oro
Il Vicolo d'Oro. Foto di FelixMittermeier.

L’accesso al Vicolo d’Oro è incluso nel biglietto del castello e, pagando un extra, è ovviamente possibile richiedere l’accompagnamento di una guida locale. Tuttavia, è consentita la visita gratuita a partire dalle ore 17.00 nel periodo che va da aprile a ottobre e dalle ore 16.00 per i restanti mesi. In tal caso i visitatori potranno godersi la bellezza del vicolo in gran serenità, senza dover “lottare” con la folla di turisti per muoversi nei ristretti spazi della stradina e delle sue casette. Tuttavia, alcune di esse, in particolare quelle ospitanti mostre e musei, saranno chiuse al pubblico. Se non siete interessati a tali visite, allora quest’opportunità fa al caso vostro: una passeggiata all’interno dei bastioni del castello e lungo il Vicolo d’Oro, immersi nella quiete del tramonto e godendosi la vista di Praga dall’alto, rappresenta un’esperienza indimenticabile.


Consiglio, però, di procurarsi almeno una guida cartacea o digitale durante la visita del vicolo, perché queste suggestive casette da bambola nascondono molti segreti. La numero 13, per esempio, è un affascinante esempio di abitazione del XVI secolo ed è famosa ancora oggi in quanto casa del “Moschetto Rosso”, dal soprannome che era stato assegnato all’abile tiratore che viveva al suo interno.


A fianco ad essa, ecco la casa numero 12, in cui abitava Josef Kazda. Forse non tutti conoscono la storia di questo personaggio, ma il suo nome merita di essere ricordato. Durante la Seconda Guerra Mondiale, mentre i nazisti occupavano i territori della Repubblica Ceca e davano fuoco a libri e film, Kazda salvava coraggiosamente migliaia di pellicole, nascondendole in casa sua e tenendo talvolta delle proiezioni segrete. Oggi la sua casa conserva ancora questo straordinario archivio di film e documentari salvati.


La casetta al numero 22, con le sue mura colorate di un’allegra tonalità di azzurro, attira subito l’attenzione dei visitatori. Viene definita la “casa di Kafka”, ma in realtà il famosissimo scrittore ha soltanto soggiornato per un certo periodo all’interno di questa piccola abitazione, che apparteneva invece a sua sorella. Attualmente ospita un’originale libreria dedicata, ovviamente, alle opere di Kafka.

La casa di Kafka
La casa di Kafka. Foto di Eva Manica.

La casa al numero 14 si distingue per il suo colore leggermente malinconico, a metà fra il verde e il grigio, e soprattutto per la presenza di una finestra murata, sulla cui superficie è stato raffigurato un curioso disegno, in cui un gufo e un gatto sembrano giocare con una sfera di cristallo. A chi apparteneva questa misteriosa abitazione? A Magdalena Prusova, conosciuta dai più con il suo nome d’arte di Madame de Thebes. La sua storia è forse la più incredibile fra le tante vicende che hanno coinvolto il Vicolo d’Oro.


Il figlio Madame de Thebes venne chiamato alle armi durante la Prima Guerra Mondiale e dovette dunque abbandonare sua madre, che all’epoca era già vedova e rimase sola nella sua piccola casa all’interno del Vicolo d’Oro. La povera donna attese per circa trent’anni il ritorno del ragazzo, dedicandosi nel frattempo a un’attività decisamente insolita: la lettura del futuro attraverso le carte. Pare che la sua abilità in questo settore fosse straordinaria, tanto che in breve Madame de Thebes divenne la cartomante più famosa e apprezzata di tutta Praga. Veniva contattata quotidianamente da clienti provenienti da tutto il mondo, che credevano ciecamente alla veridicità delle sue profezie.


Durante la Seconda Guerra Mondiale, si sparse la voce che l’infallibile Madame de Thebes avesse profetizzato l’esito del terribile conflitto e dato per certa la sconfitta della Germania nazista. È a questo punto che la storia si fece più incredibile e, purtroppo, più tragica della stessa fantasia. Infatti, la povera Madame de Thebes finì vittima della sua stessa fama. In seguito alla sua profezia, una piccola squadra della Gestapo si presentò alla sua porta e la arrestò. La torturarono fino alla morte per ottenere informazioni sulla sconfitta del nazismo da lei profetizzata, e questa fu la terribile fine di Madame de Thebes.

La casa di Madame de Thebes
La casa di Madame de Thebes.

Concludiamo il nostro tour immaginario del Vicolo d’Oro parlando delle due torri poste alle estremità della via. La prima, la cosiddetta Torre Bianca, ospitava nei suoi sotterranei una prigione, mentre oggi è la sede di una piccola collezione di armi. L’altra torre è nota con il nome di Daliborka, ispirato all’eroe popolare Dalibor, leggendario cavaliere che difendeva i diritti dei più deboli, in particolare dei contadini.


Durante il regno di Ladislao II di Boemia, nella seconda metà del 1400, Dalibor venne imprigionato e condannato a morte a causa del suo sostegno al popolo in rivolta. Fu rinchiuso proprio nella torre del Vicolo d’Oro e qui, per passare il tempo, imparò a suonare il violino. La sua musica era udibile in tutto il castello e nel villaggio circostante. Poiché Dalibor era già diventato un eroe agli occhi del popolo e si temeva un’ulteriore insurrezione, le autorità non vollero comunicare a nessuno la data scelta per la sua esecuzione. Secondo la leggenda, la popolazione si accorse di aver perso il suo coraggioso paladino soltanto quando non udì più la melodia del suo violino proveniente dalle prigioni del castello.

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