Quest’anno la Svizzera ha assistito a un evento davvero molto speciale, in occasione del quale è stato possibile riscoprire tradizioni, curiosità e segreti di questo affascinante paese…
Di Alessandra Ivaldi / 26.08.2019
La Fête des Vignerons. Il 2019 è un anno speciale per la Svizzera, in particolare per il cantone di Vaud, collocato nella parte sud-occidentale del paese. Il motivo è la cosiddetta Fête des Vignerons, la festa dei vignaioli, una ricorrenza molto importante per la comunità di Vaud, caratterizzata da una particolare peculiarità: a differenza delle tradizionali festività paesane, la Fête des Vignerons viene celebrata al massimo cinque volte in un secolo. Tra un’edizione e l’altra di questa festa passano dunque fra i 14 e i 28 anni, la precedente edizione risale al 1999. Per questo partecipare alla grande Fête rappresenta un vero e proprio must per gli svizzeri. La manifestazione si svolge a Vevey, una suggestiva cittadina circondata da vigne. Quest’anno la festa viene celebrata dal 18 luglio all’11 agosto. Vevey si riempie di colori e ogni giorno è possibile assistere a una ricca varietà di esibizioni e spettacoli, che rendono omaggio al mondo della viticoltura e alle antiche tradizioni della zona. Non è certo come nacque questa tradizione, che nel 2016 è stata inserita dall’UNESCO nella lista dei patrimoni culturali immateriali. Noi, tuttavia, non siamo qui per parlare della storia di questa affascinante tradizione né per raccontare dell’edizione di quest’anno. Il nostro obiettivo è concentrarci su un particolare aspetto che caratterizza la Fête des Vignerons e la cultura svizzera in generale: la musica.
Lo jodel. Quando pensiamo alla musica svizzera, probabilmente la prima cosa che ci viene in mente è lo jodel, un particolare canto, tipico della zona alpina germanofona. Si tratta di una tecnica storicamente legata alla dura vita dei pastori che abitavano queste montagne. Pare infatti che tale modo di cantare si sia originariamente sviluppato come metodo per richiamare il bestiame o l’attenzione degli altri allevatori in caso di bisogno. Infatti, “potenziata” dalla tecnica dello jodel, la voce del cantante riesce a coprire anche lunghe distanze fra una valle e l’altra. Oggi lo jodel è divenuto un elemento irrinunciabile per la cultura svizzera e può essere eseguito da un solista oppure da un coro durante suggestive esibizioni.
Suonatori di corno alpino.
Il corno delle Alpi. Il canto comunque viene quasi sempre accompagnato dagli strumenti musicali, di cui la tradizione svizzera è piena! Partiamo dal più conosciuto, il corno delle Alpi o corno alpino. Si tratta di un lungo tubo conico, solitamente in legno di larice o di abete. Non presenta alcun foro e la sua tonalità dipende dalla lunghezza dello strumento stesso, che può variare da 2 a poco più di 4 metri. Così come lo jodel, anche il suono di questo corno può essere udito a chilometri di distanza ed era originariamente impiegato per la comunicazione fra i pastori che si trovavano in valli diverse.
Tuttavia, il corno alpino non è l’unico elemento all’interno di questa famiglia di strumenti. Un suo cugino un po’ meno noto è il Büchel, tipico della Svizzera centrale. È anch’esso fabbricato in legno, ma risulta più corto del corno alpino. La differenza più evidente però sta nella sua struttura: il tubo non è dritto come quello del corno delle Alpi, bensì è ripiegato due volte su se stesso. Anche il suono risulta più chiaro e acuto. Entrambi questi strumenti sono comunque piuttosto difficili da suonare. Non disponendo di fori o tasti, la qualità del suono dipende per lo più dall’abilità del musicista di impostare le labbra nel modo più corretto sull’imboccatura del grosso strumento.
Esempio di cetra. Foto di @Thomas Quine.
Diversi tipi di cetre. Le cetre rappresentano una famiglia di strumenti cordofoni caratterizzati solo dalla presenza di un supporto per le corde, accompagnato eventualmente da una cassa di risonanza. Ne esistono di innumerevoli tipi. Nella zona del bernese, in Svizzera, si è diffusa la Hexenscheit, che significa “tavola della strega”. Si tratta di un tipo di cetra molto antico, di forma trapezoidale e suonato solitamente tenendolo appoggiato sulle ginocchia del musicista o su un tavolo.
La tradizione musicale svizzera offre comunque molti altri tipi di cetra, alcuni dei quali sono particolarmente apprezzati non soltanto per il loro suono, ma anche per i meravigliosi decori che li abbelliscono. Forma e dimensioni cambiano molto a seconda del tipo di cetra: alcuni infatti non si suonano appoggiate su un supporto, come la Hexenscheit, ma vengono impugnate come se fossero delle chitarre. È il caso della cetra del Toggenburgo, un distretto del Canton San Gallo, nel nord-est della Svizzera.
Esempio di Hackbrett. Foto di @nadja robot.
Un altro tipo di cetra è il cosiddetto Hackbrett, in italiano “salterio”. Le sue corde non vengono pizzicate con le dita, ma percosse con dei martelletti. Può essere anche suonato a quattro mani. In tal caso i due musicisti sono collocati l’uno di fronte all’altro durante la performance. L’Hackbrett ha una cassa di risonanza a forma di trapezio. Dei ponticelli dividono le corde in segmenti, permettendo così di produrre note differenti. L’altezza del suono dipende poi dalla lunghezza delle corde. Questo strumento è diffuso nell’Appenzello, nel nord-est della Svizzera, e nel Vallese, nel sud-ovest del paese, dove troviamo una versione più piccola dell’Hackbrett e con un ridotto numero di corde.
Percussioni. All’origine di alcuni degli strumenti musicali della tradizione svizzera troviamo anche oggetti della vita quotidiana, fantasiosamente trasformati. Il primo esempio è il cucchiaio di legno (a volte di metallo) che i musicisti svizzeri utilizzano come percussioni per accompagnare brani suonati con altri strumenti. I suonatori di cucchiai tengono il loro strumento per il manico e lo usano per percuotersi coscia e avambraccio al ritmo della musica. L’uso dei cucchiai di legno è antico, ma in tempi più recenti sono stati sostituiti da quelli di metallo. Oggi invece l’interesse per il folclore svizzero ha reso i cucchiai di legno, magari intagliati e finemente decorati, di nuovo di moda.
Moneta da cinque franchi svizzeri.
Un altro insolito strumento è il Talerschwingen, costituito da due semplicissime parti: una moneta da cinque franchi e una ciotola!
Girando lentamente una ciotola di ceramica, i suonatori fanno ruotare al suo interno la moneta. Vengono usate ciotole di diametri diversi per cambiare l’altezza del suono.
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