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Il Giardino del Mandarino Yu

  • Ale_Iva
  • Aug 30
  • 6 min read

Chi conosce la storia del fantomatico Mandarino Yu e del suo favoloso giardino?


Di Alessandra Ivaldi / 30.08.2025


Shanghai è conosciuta in tutto il mondo per i suoi vertiginosi grattacieli che ogni notte, puntualmente, si illuminano di colori sgargianti e offrono ai numerosi visitatori uno spettacolo indimenticabile. Anche chi non ha mai messo piede in Cina ha sicuramente visto almeno una volta nella vita, in televisione o su Internet, le immagini di Shanghai illuminata. Oggi, però, non ho intenzione di parlare della Shanghai moderna, bensì del suo passato e in particolare di un luogo unico al mondo, che si trova proprio nel cuore di questa megalopoli. Mi riferisco al Giardino del Mandarino Yu (in cinese Yuyuan e in inglese Yu Garden), di cui adesso vi racconterò la storia e i segreti.


Innanzitutto, bisogna chiarire per i meno esperti che la parola “mandarino”, riferita alla storia cinese, si riferisce a una carica istituzionale e indica un funzionario dell’Impero. La nostra storia ruota attorno a un mandarino di nome Pan Yunduan.


Shanghai e i suoi iconici grattacieli illuminati
Shanghai e i suoi iconici grattacieli illuminati

Nel 1559 Pan Yunduan volle creare un enorme e impressionante giardino in cui permettere al padre di trascorrere in pace e serenità gli ultimi anni della sua vita. Il progetto era a dir poco ambizioso: il giardino avrebbe dovuto contenere numerosi padiglioni, ruscelli, ponti, rocce e caverne artificiali… Il tutto orchestrato in modo tale da ricreare l’ideale locus amoenus della tradizione cinese, un luogo dove natura e cultura si compenetrassero e convivessero in perfetta armonia.


Tuttavia, la nomina di Pan Yunduan a governatore del Sichuan, una provincia della Cina sud-occidentale, comportò pesanti rallentamenti per i lavori di costruzione, che si prolungarono per decenni. Quando finalmente l’opera fu conclusa, il giardino era il più grande e prestigioso del territorio e non a caso rappresenta tuttora una delle più famose attrazioni turistiche di Shanghai.


Fu proprio Pan Yunduan a battezzare il giardino con il suo attuale nome, Yuyuan, che venne poi tradotto in inglese come Yu Garden, una traduzione decisamente più fedele rispetto alla versione italiana, che fa riferimento a un personaggio mai esistito, il fantomatico Mandarino Yu!


Per volere dello stesso Pan Yunduan lo straordinario giardino venne sfruttato come location per numerosi eventi, comprese performance teatrali e spettacoli, importanti per la vita sociale della Shanghai dell’epoca. Purtroppo, pare che la costruzione del giardino, le successive spese di manutenzione e i costi per le sfarzose performance organizzate al suo interno abbiano contribuito in maniera non indifferente alla rovina economica della famiglia Pan.


Il luogo in cui si tenevano gli spettacoli teatrali all’interno del Yu Garden
Il luogo in cui si tenevano gli spettacoli teatrali all’interno del Yu Garden

L’ultimo membro della famiglia Pan a ereditare il giardino fu il marito di una pronipote di Pan Yunduan. Dopo la sua morte il Yu Garden passò sotto le mani di diversi proprietari, che ne fecero i più svariati usi e non sempre lo trattarono con la giusta cura.


Soltanto nella seconda metà del 1700 un gruppo di mercanti si impegnò a restaurare il giardino e trasformarlo in un’attrazione per il pubblico. Tuttavia, la travagliata storia del Yu Garden era ancora ben lungi dal trovare il suo lieto fine. Infatti, nel corso del XIX secolo, fu gravemente danneggiato in più di un’occasione: durante la prima Guerra dell’oppio e successivamente durante la rivolta dei Taiping, per non parlare della distruzione a opera delle truppe giapponesi nel 1942 nel corso della Seconda guerra sino-giapponese.


Finalmente nella seconda metà del 1900 le autorità di Shanghai finanziarono un enorme lavoro di riparazione e restauro, che ha restituito il Yu Garden al suo antico splendore, tanto che nel 1982 venne dichiarato ufficialmente monumento nazionale, il che lo pone sotto la tutela di specifiche norme per la conservazione dei beni di rilevante valore storico e culturale.


Uno scatto all'interno del Yu Garden
Uno scatto all'interno del Yu Garden

Per accedere al Yu Garden è necessario attraversare un impressionante ponte a zig-zag dalla struttura particolarmente contorta, che attraversa un lago artificiale sul quale si affaccia, fra l’altro, la storica casa del tè Huxinting.


I ponti a zig-zag rappresentano un elemento distintivo dell’architettura cinese e sono posti all’ingresso dei più famosi luoghi storici del paese. La loro diffusione è dovuta a un’antica credenza, secondo cui gli spiriti maligni sarebbero in grado di muoversi soltanto in linea retta. Ciò impedirebbe loro di fare gli angoli e, di conseguenza, attraversare i ponti a zig-zag, pieni di angoli appunto. A tal proposito, il ponte a zig-zag del Yu Garden costituisce uno degli esempi più sfarzosi e famosi nella storia dell’architettura cinese.


Il Yu Garden occupa una superficie di due ettari ed è suddiviso in sei aree da impressionanti muraglioni di pietra noti come “mura del drago” per via del loro andamento ondulato, delle creste grigie e delle grosse teste di drago poste sulla loro cima. Il tutto ovviamente doveva dare la sensazione che il giardino fosse abitato da giganteschi draghi, che con i loro lunghi corpi separavano le varie aree le une dalle altre.


La testa di uno dei draghi in cima alle mura del drago
La testa di uno dei draghi in cima alle mura del drago

Cercherò di descrivere brevemente le più interessanti fra le aree del giardino, riportando i loro nomi in inglese. La Sansui Hall si divide su due piani a ridosso di uno stagno circondato dal cosiddetto Giardino Roccioso, uno scenografico paesaggio composto da grotte, dirupi e gole. Qui si trova una delle attrazioni più popolari del giardino, la Grande Roccia, un enorme masso alto circa 14 metri e dal peso di 2000 tonnellate, importato dalla provincia del Zhejiang, nell’est della Cina, appositamente per la costruzione del Yu Garden.


L’Inner Garden contiene rocce, stagni, torri e padiglioni, il tutto collocato in maniera assolutamente scenografica. Infine, il Wanhua Chamber, anche detto Padiglione dei Diecimila Fiori, è un edificio circondato da chiostri ricchi di piante e fiori. Particolarmente interessanti sono due giganteschi alberi secolari. Uno di essi, un albero di ginkgo, sarebbe stato piantato da Pan Yunduan in persona!


In origine ciascuna di queste aree doveva simboleggiare una particolare tematica legata alla storia personale di Pan Yunduan, come l’augurio di una vita lunga e prospera, di benessere e buona salute, gloria e onore. Oggi naturalmente è difficile per i comuni visitatori riconoscere tale simbologia. E a proposito di auguri, una “parete dei desideri” è stata eretta apposta per permettere ai visitatori di appendere le proprie preghiere. Infatti in Cina funziona così: è usanza appendere presso templi o altri luoghi sacri nastri rossi, cui sono legate piastrine di legno con incise preghiere e formule di augurio.


La Wishing Wall, la parete dei desideri, all’interno del giardino
La Wishing Wall, la parete dei desideri, all’interno del giardino

Visitare il Yu Garden è un’esperienza incredibile. Più si procede e più si ha la sensazione di essere finiti in un gigantesco labirinto. Il visitatore infatti deve seguire sentieri tortuosi e ponti a zig-zag, attraversare grotte, accedere a torri in pietra e padiglioni in legno… È quasi impossibile non perdere il senso dell’orientamento. Fortunatamente, sparsi per il giardino, vi sono discreti cartelli con l’indicazione del percorso da seguire.


Ancora una curiosità: uno dei tesori del giardino è dato dalla cosiddetta Squisita Roccia di Giada, un’enorme pietra alta più di tre metri e pesante cinque tonnellate, che secondo la leggenda sarebbe stata destinata a niente meno che il palazzo imperiale, ma la barca che la stava trasportando affondò al largo di Shanghai e l’imperatore dovette rinunciare al suo prezioso carico. Tuttavia, la giada non andò perduta, perché gli abitanti di Shanghai riuscirono a recuperarla e la posero all’interno del prestigioso Yu Garden.


Il Yu Garden non è l’unica attrazione di questa parte di Shanghai. Esso, infatti, è circondato da due luoghi molto apprezzati dai visitatori: il Yuyuan Bazaar e il City God Temple (il tempio al dio della città). Il primo è un quartiere commerciale famoso per i suoi splendidi edifici, improntati sui principi dell’architettura tradizionale cinese e caratterizzati da un delicato equilibrio fra l’eleganza dei palazzi storici e il moderno e appariscente consumismo. Qui si può trovare un gran numero di negozi e botteghe e acquistare qualsiasi genere di oggetto: gioielli, seta, pezzi d’antiquariato, semplici souvenirs, abiti tradizionali o moderni. I visitatori possono anche gustare tè e numerose pietanze della tradizionale cucina cinese.


Uno scatto del Yuyuan Bazar
Uno scatto del Yuyuan Bazar

Il City God Temple è un luogo di culto che conserva i caratteri degli antichi templi cinesi. È un omaggio alla storia di Shanghai e luogo di venerazione di tre personaggi storicamente esistiti, che dopo la morte sono diventati divinità protettrici della città per via delle gesta da loro compiute in vita. Per me la visita al tempio rappresenta un’esperienza imperdibile, l’arte e la bellezza contenuta al suo interno comunicano un profondo senso di sacro anche a chi non condivide la fede del posto.


Vi è un unico inconveniente nella visita di questi luoghi meravigliosi, che rappresentano una delle più popolari attrazioni di una delle più grandi megalopoli al mondo: le inevitabili ripercussioni del turismo di massa. Godersi la bellezza del Yu Garden può diventare una vera e propria sfida contro la folla oceanica che lo invade quotidianamente, al cui confronto il turismo di massa delle città d’arte italiane è ben poca cosa!



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