Vigo di Cadore e i suoi segreti – Parte 1
- Ale_Iva
- Mar 16
- 4 min read
Mettetevi comodi e preparatevi per quello che sarà un lungo viaggio nel tempo. Vi parlerò di un luogo di insospettabile bellezza, che tuttavia porta in sé le tracce di non una, ma ben due delle pagine più drammatiche della nostra storia recente: la Grande Guerra e la Seconda Guerra Mondiale.
Di Alessandra Ivaldi / 16.03.2025
Vigo di Cadore, in provincia di Belluno, è un piccolo paese di montagna comprendente tre diverse frazioni, Laggio, Pelòs e Pinié. Gli abitanti del posto sono abituati a comunicare in una parlata di ceppo ladino influenzata dal dialetto veneto, una sorta di lingua “ibrida” che i linguisti definiscono “ladino bellunese-cadorino”. Ricorrono comunque all’italiano quando hanno a che fare con turisti originari di altre regioni, il che capita spesso. E a questo punto forse vi domanderete per quale motivo gli abitanti della piccola Vigo siano abituati a gestire flussi turistici. Vi rispondo in breve: alla faccia delle sue dimensioni e della sua collocazione geografica, lontana dalle grandi città turistiche, Vigo di Cadore è un luogo sorprendente in cui si intrecciano arte, storia e natura. Per conoscere in maniera sufficientemente approfondita questo territorio, il nostro viaggio si dividerà in due “tappe”: oggi saremo nel 1300, mentre domani faremo un salto in avanti nel tempo, dedicandoci alle vicende del 1900.
Se siete amanti dell’arte, rimarrete di stucco di fronte alla bellezza e alla ricchezza dei tesori artistici custoditi a Vigo di Cadore e nei dintorni. Infatti, in questo luogo montagnoso si concentra un numero sorprendentemente elevato di chiese ricche di opere d’arte di inestimabile valore. Partiamo con quella che rappresenta, forse, l’attrazione più famosa della zona: la chiesa di Sant’Orsola, definita la “Cappella degli Scrovegni del Cadore” per gli stupendi affreschi che ne decorano gli interni e le pareti esterne.

Si tratta in realtà di una cappella funeraria, collocata nella piazza principale di Vigo di Cadore. Fu costruita fra il 1313 e il 1321 per volere di Ainardo, figlio del podestà del Cadore. A sinistra dell’ingresso della chiesa si trovano proprio le tombe di Ainardo e di sua moglie.
Basta mettere piede all’interno dell’edificio per rimanere a bocca aperta di fronte alla maestosità degli affreschi del XIV secolo, incentrati sulla storia leggendaria di Sant’Orsola. La tecnica pittorica utilizzata è di altissimo livello e ha permesso agli affreschi di giungere fino a noi in tutta la loro ricchezza cromatica, ulteriormente esaltata dal restauro effettuato negli anni ’90. Il soffitto presenta una colorazione di un blu intenso ed è costellato da stelle dorate che non possono non evocare il ricordo della Cappella degli Scrovegni di Padova.
Nel XVI secolo parte degli affreschi fu distrutta per fare spazio a una piccola cappella dedicata a San Lazzaro, con adiacente sagrestia. La tela raffigurante il santo sarebbe da attribuire a niente meno che Tintoretto. Poco distante, è custodita una reliquia di Sant’Orsola, donata alla chiesa nel 2008. L’attenzione del visitatore, però, non può che concentrarsi sullo sfarzoso altare dorato che fronteggia l’ingresso della chiesa.
Raccomando di dedicare tutto il tempo necessario alla visita di questa piccola chiesa, perché gli affreschi sono ricchissimi di dettagli. In più, prima di uscire, osservate l’affresco collocato a destra dell’ingresso. Vedete i due personaggi inginocchiati ai piedi di Sant’Orsola? Non sono altri che Ainardo e sua moglie raffigurati in atto di pietosa devozione.

La chiesa di Sant’Orsola è aperta in estate in precise fasce orarie, durante le quali vi saranno guide locali pronte a raccontare la storia del luogo. Tuttavia, è possibile visitare la chiesa anche negli altri mesi dell’anno grazie alla dedizione degli abitanti di Vigo, i quali sono sempre ben disposti verso i visitatori. Un signore anziano, particolarmente colto e gentile, ha aperto la chiesa di Sant’Orsola per noi, ci ha illustrato con grande dovizia di particolari la storia degli affreschi e dell’altare dorato e, di fronte alla nostra curiosità, non ha esitato a raccontarci molte storie sugli altri tesori della zona.

Particolarmente consigliata dalla nostra amichevole guida è la Chiesa di Santa Margherita, la più antica di quest’area. Collocata nella frazione di Laggio, risale al 1205 e presenta meravigliosi affreschi bizantineggianti.
Ugualmente interessante è la visita ad altre due chiese, anch’esse poco distanti da quella di Sant’Orsola. La prima è dedicata a San Martino Vescovo di Tours ed è di antica fondazione, come dimostrano pergamene del 1186, ma il suo attuale aspetto è riconducibile a un lavoro di ricostruzione del XVI secolo. Al suo interno sono contenute opere di grande pregio. A poca distanza si erge la Chiesa della Madonna della Difesa, risalente alla prima metà del 1500 e costruita come ex voto dalla popolazione locale, miracolosamente sopravvissuta ai saccheggi dei soldati di Massimiliano I d’Asburgo. La chiesa custodisce, accanto ai meravigliosi affreschi, anche il primo fonte battesimale della Pieve di San Martino in Vigo di Cadore. L’oggetto in questione risalirebbe al 1208, è stato interamente scolpito nella pietra grezza e venne usato fino al 1609.
E se le chiese non fossero ancora sufficienti, sappiate che Vigo di Cadore cela un altro piccolo tesoro: la sua Biblioteca Storica Cadorina, fondata nel 1892 e luogo di conservazione di antichissime pergamene.
Si conclude qui la prima tappa di questo nostro “viaggio nel tempo”. Domani scoprirete in che modo questo territorio così pieno di cultura e bellezza sia stato drammaticamente coinvolto dagli eventi delle due Guerre Mondiali…
Comments